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lunedì 9 febbraio 2015

Corriere della Sera



Il medico e il carabiniere Tutti a fare il corso di?arabo
Gli iscritti: «Utile per lavoro e per capire gli immigrati»
Marhaban, Kayfa haluk?, Tasharrafna (salve, come stai?, Piacere) sono tra le prime espressioni di cortesia che impareranno gli alunni del corso di arabo, al via stasera, alle 20.30, nella sala della Rocca a Romano di Lombardia. Le lezioni hanno avuto una richiesta oltre ogni aspettativa. Si pensava a una ventina di iscritti e invece gli ammessi sono 45 con altrettanti che rimangono in lista d?attesa. I partecipanti stranieri sono una minoranza. La maggior parte sono italiani, residenti nel paese e con un titolo di istruzione di livello superiore. Solo in due si fermano alla licenza di scuola media. Ci sono medici che hanno bisogno di sapere come trovare parole straniere nel vocabolario oppure vogliono rafforzare un rapporto di cordialità con il paziente. Ma sui banchi siederanno anche avvocati e insegnanti che si devono interfacciare sempre di più con clienti e ragazzi che provengono dall?Africa. Tra gli iscritti c?è anche il comandante della stazione dei carabinieri, Stefano Mazzarotto, che nel suo lavoro si relaziona anche agli stranieri. Il settanta per cento degli iscritti sono donne. Due di queste sono sposate con maghrebini, ma non sono riuscite a imparare l?arabo dal coniuge. E poi c?è chi è incuriosito o programma una vacanza a Marrakech. «Al giorno d?oggi confrontarsi con chi proviene dall?altra parte del Mediterraneo è un?esigenza ? spiega l?insegnante, Daniela Cordiano, 25 anni, laureanda in Mediazione culturale alla Statale di Milano ?. Certo, il successo dell?iniziativa tra gli italiani ci ha sorpreso». In cattedra con lei ci saranno Mohammed Ould Maina e Nour Eddine Mahraoui dell?associazione «Ben Amir» di Bagnatica, che prende il nome dalla regione marocchina a maggior flusso migratorio. Al momento i frequentanti arabi sono soltanto due. In ogni stato si parla, infatti, un dialetto, spesso non comprensibile ai cittadini di altri paesi e la conoscenza della grammatica araba contemporanea è scarsa. «Tra gli arabofoni c?è un forte tasso di analfabetismo, i dialetti sono diversi, tanto che al Festival del cinema di Alessandria di Egitto le pellicole sono sottotitolate in francese per permettere a tutti di capire», spiega la Cordiano. Unico straniero non arabo, un senegalese. In questo caso, l?arabo è importante per conoscere le sure del Corano. Il corso prevede 20 incontri, da due ore ciascuno, fino a maggio. Si imparerà l?alfabeto, la lettura e un buon frasario. Non sono mancate le polemiche sollevate in consiglio dalla Lega per i costi e per l?opportunità. «Le lezioni non comportano nessun esborso per il Comune, che collabora e riveste il ruolo di garante del buon svolgimento delle lezioni ? spiega l?insegnante italiana ?. Ogni sera paghiamo un affitto da 62 euro per la sala e da marzo ci auguriamo di svolgere le lezioni in un?aula scolastica, gli iscritti pagano solo 10 euro al mese più 10 di iscrizione». Sull?opportunità risponde il presidente di Ben Amir, Abdellah Serrauoi. «Ognuno fa il proprio lavoro, noi possiamo vantarci di essere i primi maghrebini a fare scuola agli italiani». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Scardi Rosanna

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(28 gennaio 2015) - Corriere della Sera 

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