Il
medico e il carabiniere Tutti a fare il corso di?arabo
Gli iscritti: «Utile per
lavoro e per capire gli immigrati»
Marhaban, Kayfa haluk?, Tasharrafna (salve, come stai?, Piacere) sono
tra le prime espressioni di cortesia che impareranno gli alunni del corso di
arabo, al via stasera, alle 20.30, nella sala della Rocca a Romano di
Lombardia. Le lezioni hanno avuto una richiesta oltre ogni aspettativa. Si
pensava a una ventina di iscritti e invece gli ammessi sono 45 con altrettanti
che rimangono in lista d?attesa. I partecipanti stranieri sono una minoranza.
La maggior parte sono italiani, residenti nel paese e con un titolo di
istruzione di livello superiore. Solo in due si fermano alla licenza di scuola
media. Ci sono medici che hanno bisogno di sapere come trovare parole straniere
nel vocabolario oppure vogliono rafforzare un rapporto di cordialità con il
paziente. Ma sui banchi siederanno anche avvocati e insegnanti che si devono
interfacciare sempre di più con clienti e ragazzi che provengono dall?Africa.
Tra gli iscritti c?è anche il comandante della stazione dei carabinieri,
Stefano Mazzarotto, che nel suo lavoro si relaziona anche agli stranieri. Il
settanta per cento degli iscritti sono donne. Due di queste sono sposate con
maghrebini, ma non sono riuscite a imparare l?arabo dal coniuge. E poi c?è chi
è incuriosito o programma una vacanza a Marrakech. «Al giorno d?oggi
confrontarsi con chi proviene dall?altra parte del Mediterraneo è un?esigenza ?
spiega l?insegnante, Daniela Cordiano, 25 anni, laureanda in Mediazione
culturale alla Statale di Milano ?. Certo, il successo dell?iniziativa tra gli
italiani ci ha sorpreso». In cattedra con lei ci saranno Mohammed Ould Maina e
Nour Eddine Mahraoui dell?associazione «Ben Amir» di Bagnatica, che prende il
nome dalla regione marocchina a maggior flusso migratorio. Al momento i
frequentanti arabi sono soltanto due. In ogni stato si parla, infatti, un
dialetto, spesso non comprensibile ai cittadini di altri paesi e la conoscenza
della grammatica araba contemporanea è scarsa. «Tra gli arabofoni c?è un forte
tasso di analfabetismo, i dialetti sono diversi, tanto che al Festival del
cinema di Alessandria di Egitto le pellicole sono sottotitolate in francese per
permettere a tutti di capire», spiega la Cordiano. Unico straniero non arabo,
un senegalese. In questo caso, l?arabo è importante per conoscere le sure del
Corano. Il corso prevede 20 incontri, da due ore ciascuno, fino a maggio. Si
imparerà l?alfabeto, la lettura e un buon frasario. Non sono mancate le
polemiche sollevate in consiglio dalla Lega per i costi e per l?opportunità.
«Le lezioni non comportano nessun esborso per il Comune, che collabora e riveste
il ruolo di garante del buon svolgimento delle lezioni ? spiega l?insegnante
italiana ?. Ogni sera paghiamo un affitto da 62 euro per la sala e da marzo ci
auguriamo di svolgere le lezioni in un?aula scolastica, gli iscritti pagano
solo 10 euro al mese più 10 di iscrizione». Sull?opportunità risponde il
presidente di Ben Amir, Abdellah Serrauoi. «Ognuno fa il proprio lavoro, noi
possiamo vantarci di essere i primi maghrebini a fare scuola agli italiani». ©
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Pagina 09
(28 gennaio 2015) - Corriere della Sera
(28 gennaio 2015) - Corriere della Sera
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